IN BREVE — Romanzo sci-fi pubblicato da Daniel F. Galouye nel 1964, Simulacron 3 oggi può risultare ingenuo – i colpi di scena si intuiscono tutti molto prima degli svelamenti; ma ciò accade proprio perché proprio questo libro è alla base di tanta fantascienza che consumiamo oggi. Oltre agli innumerevoli riferimenti sparsi ovunque, ci sono stati ben due suoi adattamenti filmici: il primo è quello fatto nel 1973 da Rainer Werner Fassbinder per la tv tedesca (Welt am Draht ovvero Il mondo sul filo), il secondo è un grazioso film di Josef Rusnak del 1999, che magari conoscete col titolo Il tredicesimo piano. Tra le varie vicende ispirate a Simulacron 3, trovate anche l’episodio The Ricks Must Be Crazy (2×06) della serie animata Rick & Morty.
Il concept ruota tutto attorno alle domande base da porsi quando si ragiona di universi simulati. Le atmosfere iniziali del romanzo mi sono sembrate simili a quelle di alcune opere di Philip K. Dick, in cui l’ordinario diventa gradualmente inquietante e si palesano infiltrazioni nella realtà del protagonista. Il romanzo non va molto più in là di così; i personaggi sono tutti piatti, le svolte di trama prevedibili, i cliché odiosi a leggerli oggi. Rimane però uno dei primi a sperimentare con il paradigma dei livelli di realtà contenuti gli uni dentro gli altri.