Laura Pugno. Sirene

sirene laura pugnoPrimo romanzo di Laura Pugno, Sirene non è solo un testo concentrato, breve, teso, ma anche una piccola bomba. In sospeso tra un’appetibilità literary fiction e i presupposti fantastici, Sirene potrebbe collocarsi in quella corrente New Weird chiamata in causa quando si parla della Trilogia dell’Area X di VanderMeer. Non è propriamente fantascienza, è una letteratura fatta di immagini evocative della natura, distorte da qualche interferenza – più o meno scientifica – che si porta via la tranquillità del lettore.

Chimere new weird

Sirene è disturbante, e non poco. Le creature del titolo sono prive di qualsiasi aura fiabesca, mentre prende vita l’aspetto terribile della loro mitologia. Pugno riesce a rendere la concretezza della chimera, attraverso odori marittimi anche nauseabondi, che pare quasi di respirare, ma soprattutto con l’identificazione della loro natura come prevalentemente animale, senza dubbio altra. Uno dei primi elementi di disturbo è proprio questa bestialità, fusa ad un aspetto quasi umano (come ogni chimera che si rispetti). Possenti code di pesce, che spezzano le schiene; voracità e placidità che si alternano senza ordine razionale; la mancanza della parola.

Non finisce qui. Anzi, il turbamento del lettore è appena cominciato. Nelle prime pagine, Pugno ci rivela non solo l’esistenza di queste creature, ma anche quale sia il loro destino quando incontrano l’uomo: riproduzione in cattività, allevamento, macellazione. In questo libro, le sirene ce le mangiamo. E se non fosse abbastanza, l’ambientazione in cui avviene tutto ciò è una distopia da catastrofe ecologica, con il sole che uccide, distruggendo la pelle degli esseri umani, e il mondo allo sbando governato da organizzazioni criminali.

Apocalisse e violenza di genere

Ha il clima di racconti apocalittici come Le effemeridi di Stéphanie Hochet o il film Melancholia di Lars Von Trier. C’è un’umanità sull’orlo del baratro, immersa in quel clima che precede la sventura finale, e che rende queste storie ancora più terrificanti proprio perché non sono ambientate nei deserti post-apocalittici, nel ritorno al (dis)ordine delle nuove frontiere, ma negli ultimi giorni di un mondo ancora simile a quello che conosciamo e abitiamo noi.

Laura Pugno sireneEppure, il testo contiene un discorso ancora più disturbante, cioè quello sulla violenza che pervade ogni riga di questo romanzo intenso, bellissimo e nero come la pece. La violenza di Sirene è in primo luogo una violenza di genere. Le donne che abitano il suo mondo hanno per lo più una sorte orrenda; le sirene, creature femminili che alle donne somigliano, hanno più o meno la stessa orrida sorte. Sulle sirene la prevaricazione arriva agli estremi più scioccanti; ma è chiaro che si parla sempre della stessa cosa. Pugno non ha remore, e fa compiere un arco narrativo onesto e terribile al suo personaggio maschile protagonista, senza renderlo un eroe puro e senza macchia, ed evitando di assolverlo (anzi, vedrete cosa gli fa fare verso la fine).

Sirene è un libro raccapricciante e perfetto, costruito sulle impressioni di un mondo marittimo pieno di una luce remota e devastante, quella che spazzerà via tutto. È uno dei romanzi più belli che abbia letto negli ultimi anni. Uscì nel 2007 per Einaudi, ma oggi purtroppo è fuori catalogo. O lo trovate in biblioteca, oppure siete fregati. Su Amazon lo vendono a 100 euro. Speriamo in una ristampa, almeno digitale. È stato ripubblicato da Marsilio nel luglio 2017.

Immagine: Gabriel Pacheco.

Lascia un commento