Ted Chiang – Respiro

La premessa è che tutto quello che scrive Ted Chiang è interessante e consigliato. Respiro raccoglie per lo più racconti che erano già stati pubblicati altrove. Li ho riletti volentieri, anche perché alcuni non erano ancora apparsi in italiano. Ci sono anche due inediti meritevolissimi. Panoramica sul libro:

Il mercante e il portare dell’alchimista. Storia in stile Le mille e una notte, ma sul viaggio nel tempo. Punto di vista sull’argomento possibilista, in contrasto con la visione che Chiang presenta in termini decisamente più cupi in uno degli altri racconti, Cosa ci si aspetta da noi. Molto godibile.

Respiro. Bellissima proiezione di un universo simile al nostro, ma diverso in dettagli essenziali.

Cosa ci si aspetta da noi. Questo è un racconto brevissimo, di solo 2-3 pagine, ma è una delle cose più impressionanti che Chiang abbia scritto. Riflette non tanto sulla nostra condizione di creature temporali, quanto sulla natura stessa del tempo dal nostro punto di vista. Giunge a conclusioni poco allegre, come spesso accade nei racconti di Chiang.

Il ciclo di vita degli oggetti-software. Novella eccellente che parla del rapporto tra umano e A. I., nell’ottica del post-umano.

Il brevetto della Tata Automatica di Dacey. Ci sono un paio di episodi minori in questa raccolta. Uno è questo.

La verità del fatto, la verità della sensazione. Palesemente ispirato a un device che appare un paio di volte in Black Mirror, questo racconto riflette sull’importanza dei mezzi di espressione del linguaggio per la nostra mente, analizzando come influenza i rapporti sociali, soprattutto quando si passa da una forma all’altra (da orale a scritto, fino a nuove forme futuribili).

Il grande silenzio. In origine questo testo costituiva la didascalia di un video artistico in un’installazione. Un po’ si sente la differenza rispetto agli altri racconti più riusciti.

Omphalos. Rientra in un particolare filone della narrativa di Chiang, quello che esplora in termini fantascientifici le questioni religiose. È il primo dei due inediti.

L’angoscia è la vertigine della libertà. Secondo inedito, ultra-chianghiano già dal titolo, è un’esplorazione filosofica sul tema degli universi paralleli e del libero arbitrio.

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