Ann-Marie MacDonald. L’età adulta

ann-marie macdonald l'età adultaRomanzo di finzione basato su fatti autobiografici, L’età adulta di Ann-Marie MacDonald è l’indagine – a tratti inconsapevole – della protagonista Mary Rose sulla propria infanzia. Quando la storia inizia, non sa ancora di stare cercando qualcosa, ma è perseguitata dal fantasma del dolore osseo che l’ha tormentata da bambina. Il dolore è tornato, e forse la sua origine è psicologica. La pungola; lei inizia a interrogare il passato.

Uno dei motivi ricorrenti riguarda il tempo e il rapporto che abbiamo con esso. E di fatti la storia di Mary Rose accade “oggi” ma è intarsiata dalla memoria del passato, a volte nebulosa, addirittura ambigua, altre volte lucida e chiarissima. La scrittura fa scorrere il tempo avanti e indietro a proprio piacimento, con un lavoro minuzioso di incastri e salti cronologici: è un romanzo dalla struttura complessa che riesce a comprimere una vita intera nell’arco di una settimana.

la vita adulta recensioneLa storia è narrata dal punto di vista del presente, focalizzato sull’estenuante routine di una madre casalinga, frustrata dall’egoismo sconfinato dei bambini molto piccoli. Ma a questo presente sono intrecciati i flashback che raccontano la storia di Dolly, la madre di Mary Rose: la maternità di oggi si rispecchia in quella di ieri, quando Mary Rose era la bambina e Dolly la donna prosciugata, in un mondo ancora più duro per le donne. I flashback raccontano anche la malattia ossea di Mary Rose, e si spingono al passato recente, quando la protagonista omosessuale fa coming out con i genitori, che reagiscono in modo terribile. Emergono dunque il pattern del dolore e quello della violenza; ma dopotutto è la cronaca fedele della normalità, e di quanto essa sia difficile. L’autrice e la protagonista non cercano assoluzioni o condanne.

Particolare nota di merito alla scrittrice per come è riuscita a raccontare la cagna Daisy facendola risultare un personaggio vero e proprio, presenza ubiqua nel romanzo.

Un ultimo appunto: se la copertina fosse coerente, ci sarebbe una foto di persone in lacrime, oppure di un bambino che frusta la madre. E invece, rassicuranti palloncini rossi per Ann-Marie MacDonald.

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